di György Lukács
«l’Unità», 11 giugno 1968
[La versione completa dell’intervista è stata poi raccolta in volume in Il marxismo nella coesistenza, Editori Riuniti, Roma 1968, con lo stesso titolo del volume che la contiene]
L’intervista di Lukács al «Contemporaneo» di Budapest
Nel numero di maggio della rivista letteraria ungherese Kortárs (Contemporaneo) è apparsa — ripubblicala poi nel suo testo integrale su Rinascita del 31 maggio — una intervista di grande interesse culturale e politico del compagno György Lukács, uno dei più grandi filosofi marxisti viventi. Ne riportiamo qui in largo estratto i punti essenziali.
Dopo il ventesimo congresso la politica americana è stata costretta a riconoscere che la politica del roll-back, tendente all’annullamento dei risultati della guerra mondiale con l’esibizione della supremazia militare, è fallita e che a causa del patto atomico occorre cercare un certo tipo di pacifica convivenza con l’Unione Sovietica per un periodo più o meno lungo. Nasce da ciò una situazione del tutto particolare; da una parte l’accordo atomico rende la guerra estremamente improbabile, dall’altra continuano a sussistere tutte le possibili cause della guerra.
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