di Paolo Chiarini
«Rinascita», n. 11, 13 marzo 1965.
Georg Lukács, Realisti tedeschi del XIX secolo, Trad. it. di Fausto Codino Milano. Feltrinelli, 1963 Pagg. 341, L 3.200.
Nell’arco della sua lunga e feconda attività di studioso è possibile individuare due tipi diversi di approccio — da parte di Lukács — alla storia della letteratura tedesca moderna. Da un lato la sintesi diacronica e (orizzontale), tendente a ritrovare le grandi linee dello sviluppo letterario in rapporto alla dialettica dell’intera società; dall’altro l’analisi sincronica e (verticale), in cui il singolo autore viene posto simultaneamente a confronto con lo spaccato completo di quella società, onde mettere a fuoco la mediazione concreta fra i due termini del discorso. Codesti approcci, tuttavia, sono complementari l’uno all’altro: giacché come il primo si presenta quale punto d’arrivo e riepilogo di una complessa serie d’indagini settoriali, così anche il secondo finisce col suggerire (da una particolare prospettiva, s’intende) un disegno storico unitario, che trascende positivamente la frammentarietà delle analisi.
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