di Umberto Barbaro
«l’Unità», 22 gennaio 1959
[Per la risposta di L. si legga qui]
In occasione della pubblicazione, in Italia, dei Prolegomeni ad un’estetica marxista di György Lukács (Editori Riuniti, 1957), io lamentai, dandone notizia ai lettori dell’Unità, che in quel libro, come in tutta l’opera dell’illustre scrittore ungherese, fosse trascurata l’arte del film; sembrandomi francamente enorme che un filosofo e critico, intento a contribuire, col suo lavoro continuo ed indefesso, alla fondazione di una estetica marxista, potesse pretermettere, non solo la considerazione teorica, ma anche la critica e persino l’esemplificazione, su quella che, per noi (e si intende: per noi marxisti) è, come ha detto Lenin, e fuor di ogni dubbio, la più importante delle arti.
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