di Claudio Magris
«Corriere della sera», 16 luglio 1983
L’esordio e il congedo del grande saggista
Nel 1971, a ottantasei anni, Lukács, malato di cancro e sofferente di una sclerosi che gli toglieva progressivamente la capacità di concentrazione intellettuale, dichiarò di «non essere più competente a giudicare» l’«Ontologia dell’essere sociale», l’opera filosofica alla cui stesura e revisione aveva dedicato i suoi ultimi anni e che sperava di portare a termine in piena lucidità, battendo in velocità l’avanzata della malattia. Prendendo atto serenamente del proprio decadimento fisico, e di non essere più in grado di dominare e valutare il suo lavoro, lo affidava ai propri allievi, con l’umile e insieme orgogliosa certezza di affidarlo alla storia che — ne era sicuro — non avrebbe potuto trascurare quel libro, lasciarlo cadere nel nulla o sparire nel polverio delle cose.
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