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György Lukács

~ il primo blog in progress dedicato a Lukács

György Lukács

Archivi tag: stalinismo

L’autocritica di Lukács

27 mercoledì Ott 2021

Posted by nemo in Bibliografia in italiano

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Tag

autocritica, idealismo, stalinismo, Storia e coscienza di classe


di Massimo Pini

«Quindici», anno I, n. 3, agosto 1967, pag. 5.

[All’introduzione seguiva la Prefazione del 1967 a Storia e coscienza di classe]


Nel 1923, presso la casa editrice Malik di Berlino, György Lukács pubblicava «Storia e coscienza di classe». Nel 1924 l’Internazionale comunista per bocca di Zinoviev condannava questo testo come «revisionista e idealista», assieme a «Marxismo e filosofia» (Sugar, 1966) di Karl Korsch. Per più di trent’anni «Storia e coscienza di classe» rimase introvabile e continuò a esercitare una influenza sotterranea attraverso le poche copie disponibili nelle biblioteche. Anche Kautsky e i socialdemocratici avevano condannato questo libro.

Nel 1957 uscì una traduzione francese presso le Editions de Minuit, a cura di Kostas Axelos, filosofo greco emigrato a Parigi in seguito a una condanna a morte e autore di alcune importanti opere di cui una – «Marx pensatore della tecnica» – tradotta in Italia, la traduzione francese venne pubblicata senza il consenso di Lukács, e potei appurare le reali ragioni dell’atteggiamento del filosofo ungherese quando mi recai la prima volta a incontrarlo a Budapest nel 1964. A suo avviso, infatti, la prefazione di Axelos alla edizione francese abusiva dava luogo a molti equivoci e in particolar modo alla interpretazione da dare alle sue «autocritiche». Naturalmente, Lukács disse, nel periodo staliniano egli aveva dovuto assumere un atteggiamento «tattico» per preservare fisicamente il suo pensiero. «Gli intellettuali borghesi si piegano al potere, e pretenderebbero che noi fossimo dei martiri». Tuttavia per Lukács fenomeni come lo stalinismo, la degenerazione burocratica, sono stati solo momenti nel lento e complesso sviluppo del marxismo. La sua continua permanenza all’interno del partito comunista ungherese è la dimostrazione che non vi è altra posizione da cui condurre la lotta; è la dimostrazione che non esiste un marxismo «autre».

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György Lukács e la sua via marxismo

25 lunedì Ott 2021

Posted by nemo in Bibliografia in italiano

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Tag

falsa coscienza di Lukacs, marxismo, Stalin, stalinismo, Trotskij, trotskismo


di Antonio Baroni

«ABC», anno IX, numero 12, marzo 1968, p. 53.


Ormai è evidente che da questo mondo bisogna aspettarsi di tutto. Persino che un György Lukács, una delle vittime più illustri delle spietate persecuzioni staliniste, ci parli bene di Stalin. La sorpresa, veramente scioccante, ci viene dal primo saggio di questo volume pubblicato da Einaudi: Marxismo e politica culturale. Il saggio si intitola: La mia via marxismo. In esso, dopo aver chiarito i motivi e gli impulsi ideali che, giovinetto, lo avvicinarono al marxismo, Lukács parla di Stalin. Dopo l’ovvia precisazione secondo la quale «si deve riconoscere che la fonte del contrasto fra le correnti progressive che arricchivano la cultura marxista e l’oppressione dogmatica di una burocrazia tirannica su ogni pensiero autonomo era da ricercarsi nel regime stesso di Stalin e pertanto anche nella sua persona», Lukács passa a elencare i meriti di Stalin. È vero, dice sostanzialmente Lukács, che Stalin commise ogni sorta di orrori, ma in quel momento – diciamo tra il ’30 e il ’45 –, per ogni vero comunista sarebbe stato assurdo contrastarlo perché c’era da tenere presente tutta una situazione generale.

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Il ritorno di Lukács

24 domenica Ott 2021

Posted by nemo in Bibliografia in italiano

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Tag

1956, dogmatismo, rinnovamento marxismo, stalinismo, ungheria


di Lucio Libertini

«Risorgimento Socialista», Anno VI, n. 27, 7 luglio 1956.


Il giornale ungherese Szabad Nép del 17 giugno pubblica il resoconto di una riunione di intellettuali del partito comunista ungherese che ha avuto luogo a Budapest dinanzi a 1200 persone e che ha dato a George Lukács, uno dei filosofi marxisti contemporanei più noti, l’occasione di dire il suo parere sui problemi di attualità. Lukács aveva perduto nel 1949 la sua cattedra di estetica all’Università di Budapest per le idee «non conformiste» che egli aveva professato pubblicamente di fronte ai suoi allievi. Tre dei suoi accusatori di un tempo, Elemer Balogh, Ernő Havas e Artur Kiss, hanno fatto la loro autocritica, ammettendo che «in una serie di problemi, ci siamo ingannati nell’apprezzare la opera di Lukács… gli abbiamo mancato di rispetto».

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Progresso e reazione nella cultura d’oggi

24 domenica Ott 2021

Posted by nemo in Bibliografia in italiano

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Tag

1956, destalinizzazione, Lenin, progresso, reazione, stalinismo, ungheria


di Lucio Libertini

«Risorgimento Socialista», Anno VII, n. 7, febbraio 1957.


Il 28 giugno 1956, nel clima del movimento popolare contro la dittatura staliniana di Rákosi, il filosofo Georg Lukács tenne a Budapest, nella sede dell’Accademia politica del partito operaio, una appassionante conferenza; la rivista tedesca Aufbau ne pubblicò, tre mesi dopo, il testo integrale e sul testo tedesco Giorgio Dolfini ne ha fatto una traduzione, che l’editore Feltrinelli ha recentemente pubblicato (G. Lukács, La lotta fra progresso e reazione nella cultura d’oggi, Milano, 1957).

L’interesse di questo documento è molteplice. Da un lato, esso ci testimonia il fervore critico che animava la società ungherese alla vigilia dell’insurrezione; dall’altro, dimostra come un attacco veramente serio contro il dogmatismo ideologico possa essere sferrato proprio sul piano del metodo critico marxista, dal dì dentro della problematica attuale del movimento operaio e non già prendendo in prestito vecchie formule e vecchi schemi. La tesi centrale della conferenza è proprio questa: la critica contro lo stalinismo quale deformazione dogmatica del marxismo. La realtà non è fatta soltanto delle grandi contraddizioni di fondo (capitalismo e socialismo, guerra e pace), ma di una molteplice serie di contraddizioni minori o interne alle contrapposizioni essenziali. Lo stalinismo ignora questa seconda serie di contraddizioni e prospetta un mondo tutto in bianco e nero, con il risultato di rendere astratte e dogmatiche tutte le definizioni. Su questo terreno nasce e fiorisce il settarismo cosiddetto di sinistra, che isterilisce il movimento operaio, e, dove esso è al potere, giustifica le concezioni burocratiche facilitando il distacco dalla realtà. Continua a leggere →

Lukács chi? Dicono di lui

28 martedì Set 2021

Posted by nemo in Bibliografia in italiano

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Tag

Estetica, Hegel, Lenin, Lukacs, Marx, ontologia, realismo, stalinismo, Storia e coscienza di classe


I carteggi con Elsa Morante, le indicazioni politiche di Togliatti, i giudizi critici di Croce e Fortini e le citazioni lukacsiane negli scritti di Che Guevara. Queste e altre autorevoli voci, assieme a documenti e materiali poco noti, e riunite dal sapiente lavoro storico-critico di Lelio La Porta, ci aiutano a ripercorrere la vita e il pensiero di György Lukács (1885-1971), intellettuale marxista fra i più influenti del secolo scorso. Uno strumento puntuale e affidabile per conoscere la vita turbolenta e tempestosa del pensatore ungherese e il suo impianto storico-filosofico, ancora oggi saldo punto di riferimento per la scienza politica. Contributi di Nicola Abbagnano, Cesare Cases, Carlos Nelson Coutinho, Benedetto Croce, Franco Fortini, Antonio Gramsci, Ferdinando Gueli, Ernesto Che Guevara, Ágnes Heller, Antonino Infranca, Janos Kelemen, Guido Liguori, István Mészáros, Elsa Morante, Zoltán Mosóczi, Aldo Rosselli, Pier Aldo Rovatti, Palmiro Togliatti, Miklós Vásárhelyi.

István Mészáros racconta Lukács

23 giovedì Set 2021

Posted by nemo in Bibliografia in italiano

≈ 1 Commento

Tag

Adorno, Béla Kun, Bucharin, Cia, Circolo Petöfi, Comintern, Déry, Dimitrov, Eörsi, Estetica, Etica, Fadeev, Hegedüs, Hegel, Heller, Lakatos, letteratura proletaria, Lucien Goldmann, Marx, Merleau-Ponty, ontologia, Proletkult, RAPP, Révai, Rivoluzione ungherese, stalinismo, Storia e coscienza di classe, titoismo, Zoltai


di István Mészáros

Questa intervista è stata pubblicata nel 1983 nella rivista brasiliana Ensaio; è stata ripubblicata nella rivista on-line Verinotio, n. 10, a. V, ottobre 2009. Traduzione dal portoghese e note di Antonino Infranca.


A diciotto anni entrai all’università. In quell’epoca la vita divenne più facile: non dovevo lavorare, mentre studiavo. Potevo così dedicarmi interamente agli studi. Allora conobbi Lukács in circostanze molto interessanti. Egli era stato attaccato da Révai1 e da altri elementi del Partito.

In che anno?

Nel 1949, io avevo diciotto anni e mezzo.

Lukács fu attaccato per il suo libro “La responsabilità degli intellettuali”?2

Sì, sulla democrazia popolare e altre cose di questo tipo. Due o tre mesi dopo che ero entrato all’università, tentarono di espellermi a causa del mio legame con Lukács. Tuttavia ciò non accadde, studiai con lui e due anni dopo divenni suo assistente. Lavorammo sempre in mutua collaborazione e divenimmo grandi amici, anche con sua moglie, Gertrud, che era una persona meravigliosa.

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LA C.I.A. E LUKÁCS

22 mercoledì Set 2021

Posted by nemo in Bibliografia in italiano

≈ 3 commenti

Tag

stalinismo


di Antonino Infranca

da https://filosofiainmovimento.it/la-c-i-a-e-lukacs/ e ora in Lukács chi? a cura di L. La Porta, Bordeaux, Roma 2021.


La questione più controversa per coloro che in varia misura si interessano a Lukács è, senza alcun dubbio, prendere posizione rispetto al presunto carattere stalinista del suo pensiero. Scrivo “presunto” perché confesso, fin dall’inizio, che non sono affatto convinto dell’esistenza di un carattere stalinista del pensiero di Lukács. Non nego che abbia avuto qualche rapporto con lo stalinismo, essendo vissuto dal 1933 al 1945 in Unione Sovietica e dal 1945 al 1971 in Ungheria. Ma è altrettanto indubbio che sia stato una vittima dello stalinismo: fu arrestato nel 1941 dalla polizia stalinista e salvato dal Gulag dall’intervento di Dimitrov – capo dell’Internazionale comunista –, fu espulso dall’università di Budapest nel 1949, fu deportato in Romania per aver partecipato alla Rivoluzione ungherese del 1956 in qualità di ministro del governo Nagy, fu espulso dal Partito comunista ungherese dal 1929 al 1945 e poi dal 1949 al 1967. Questi dati forse non convinceranno chi sostiene che, in fondo, le vittime dello stalinismo erano soprattutto comunisti, ma costoro non possono negare che Lukács, in quanto perseguitato o escluso – come scritto sopra – era un comunista anti-staliniano. È difficile pensare che una vittima aderisca al sistema che l’ha perseguitata, a meno che non si voglia inventare qualche forma di patologico masochismo, di cui, per altro, non c’è nessuna prova. Infatti Lukács ha sempre preso posizioni o ha sostenuto tesi che erano lontane o ostili allo stalinismo.

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A proposito di letteratura e marxismo creativo

14 sabato Mar 2020

Posted by nemo in I testi, interviste

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Tag

avangaurdia, formalismo, Joyce, Kafka, libertà, Makarenko, Mann, monologo interiore, naturalismo, O'Neil, partiticità dell'arte, Proust, realismo, realismo socialista, stalinismo, Styron, Wolfe


di György Lukács

da Lukács parla. Interviste (1963-1971), a cura di A. Infranca, Edizioni Punto Rosso, Milano 2019.

a cura di A. J. Liehm

Intervista rilasciata al giornalista cecoslovacco A. J. Liehm nel dicembre 1963 e pubblicata nel n. 3 della rivista Literární noviny, Praga, gennaio 1964. Qui ripubblichiamo la traduzione italiana apparsa nel n. 69 de Il contemporaneo, febbraio 1964, Roma. Non ci sono indicazioni del nome del traduttore. Si sono apportate alcune rare correzioni.


Lukács – Ecco, di un libro m’interessa sempre se ciò che in esso è detto, non sarebbe stato possibile raccontarlo nella medesima dimensione, diciamo, del reportage, se vi si pongono questioni oppure si risolvono problemi a un livello realmente artistico e non nelle dimensioni della sociologia. A tal riguardo sono un conservatore ed esigo che per tutto quanto vi è di importante nell’arte, si trovi una forma corrispondente. Questo vale da Omero sino a Kafka. Allo stesso modo, sono contro la forma senza contenuto e senza un problema poeticamente concreto, all’interno e viceversa. Per il resto vi sono altri mezzi e strumenti, per esempio la stampa. Credo che un buon lavoro sociologico sia più importante e, dal punto di vista della conoscenza, più redditizio, forse, dell’Homo Faber di Frisch. Affinché un ingegnere si renda conto della propria alienazione nella società capitalistica, non deve necessariamente avere un rapporto con la propria figlia. Questa è un’aggiunta poeticamente inorganica per il lettore modernista. Il problema della alienazione ci viene rappresentato in modo molto più suggestivo da ogni buon sociologo. Compito dell’artista è scoprire il problema mediante la forma artistica. Continua a leggere →

Intervista sconosciuta del 1968

14 sabato Mar 2020

Posted by nemo in I testi, interviste

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Tag

Africa, America Latina, Cina, classe operaia, colonialismo, Comintern, consumismo, crisi economica, democratizzazione, Egitto, Engels, formazione economico-sociale, Gramsci, imperialismo, lassallismo, Lenin, Mao, Marx, metodo, Napoleone, Occidente, ontologia, partito, Partito Comunista Italiano, Partito socialista operaio ungherese, pianificazione, previsione, questione nazionale, sindacato, socialismo, soviet, stalinismo, strategia, studenti, tattica, teoria, Togliatti, transizione, ungheria, Unione Sovietica, unità movimento operaio internazionale, Vietnam, XX Congresso


 

di György Lukács

da Lukács parla. Interviste (1963-1971), a cura di A. Infranca, Edizioni Punto Rosso, Milano 2019.

Traduzione di A. Infranca


Dal 1967 Lukács aveva ripreso la tessera del Posu, il Partito socialista operaio ungherese. György Aczél, l’allora segretario del Comitato Centrale gli chiese di collaborare con i membri dirigenti del partito, sviluppando le sue opinioni sulle questioni politiche e teoriche del momento. Così si preparò la presente intervista, a titolo informativo, fatta pervenire ai membri del Comitato Centrale il 22 luglio 1968.

Lukács e i dirigenti del partito erano arrivati a un comune accordo: in tal modo le questioni trattate e le sue opinioni potevano essere ascoltate, ma non potevano essere rese pubbliche.

La prima parte della presente intervista è dedicata alla personalità politica e teorica di Palmiro Togliatti e, a questo proposito, Lukács si occupa delle questioni teoriche e politiche a lui connesse. Il punto saliente è la prospettiva di una possibile alternativa di sinistra in Europa, analizzando l’articolo di Togliatti su “Capitalismo e riforme di struttura” (Rinascita, 11 luglio 1964), che contiene gli appunti, scritti qualche ora prima della sua morte, sull’unità del movimento operaio internazionale. L’intervista è a cura di Ferenc Fehér. Continua a leggere →

Pubblicato un volume che raccoglie scritti inediti del filosofo ungherese

29 sabato Feb 2020

Posted by nemo in Bibliografia in italiano, Bibliografia su Lukács

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Tag

Bloch, stalinismo, ungheria


di Antonino Infranca

«il manifesto» 3 gennaio 2004.


Il libro di György Lukács (Testamento politico, Buenos Aires, Herramienta, pp. 188), pubblicato di recente in Argentina in lingua spagnola, contiene materiale in parte del tutto inedito e in parte inedito in italiano. Si tratta di documenti imprescindibili per ricostruire una vicenda esistenziale e una stagione di pensiero importanti di un filosofo del calibro di Lukács, pensatore che è un vero e proprio paradigma del rapporto tra intellettuali e stalinismo. In Italia, la condanna all’oblio decretata da alcuni intellettuali nei suoi confronti è dovuta proprio all’accusa di essere stato uno stalinista. Ma è vero piuttosto il contrario. Vale la pena a questo proposito di leggere alcuni brani tratti soprattutto dall’ultimo saggio del libro, Testamento politico, che dà titolo all’intera raccolta. Il volume contiene scritti che risalgono al periodo post-bellico, dal 1946 al 1971. Tre di essi sono stati pubblicati da tempo in italiano: La visione aristocratica e democratica del mondo, I compiti della filosofia marxista nella nuova democrazia, La responsabilità sociale del filosofo, che risalgono agli anni compresi tra il 1946 e il 1950. Pubblicata per la prima volta è una lettera a Cesare Cases dell’8 giugno 1957, cioè dopo il ritorno di Lukács dalla deportazione in Romania, dopo la Rivoluzione Ungherese del 1956. Inediti in italiano sono un’intervista del 1969, il saggio Al di là di Stalin (1969) e uno scambio espistolare con János Kádár, l’allora segretario del Partito comunista ungherese. Il carteggio avvenne nel 1971 in seguito all’intervento di Lukács a favore di due giovani dissidenti ungheresi, Dalos e Haraszti, accusati di maoismo e arrestati. Da questo scambio epistolare nacque l’idea di intervistare il vecchio filosofo per raccogliere le sue ultime riflessioni politiche. Ne sortì il Testamento politico apparso finora soltanto in ungherese nel 1990, cioè dopo la fine del regime, che ne aveva vietato la pubblicazione. Continua a leggere →

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