di György Lukács
in “Cinema nuovo” n. 135, settembre-ottobre 1958.
Lo schema del suo libro1 mi interessa molto; esso contiene molti problemi nuovi e naturalmente sono certo che nel corso dell’elaborazione altri ancora ne appariranno. A ogni modo trovo che sia un pensiero importante e fecondo quel suo tentativo di separare nettamente la forma dalla tecnica. Il più grande difetto teorico della letteratura filmica, per quanto ne so, è proprio quella mescolanza delle due cose, che per esempio in Balázs porta come conseguenza che egli tratta come problemi della forma e della teoria dei generi soprattutto questioni tecniche. Questo problema naturalmente dovrà essere elaborato teoricamente bene. Le consiglierei, mentre scrive, di trattare questa questione tra le prime, e cioè in polemica concreta con la pratica che persiste oggi.
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