di Sergio Segre
«L’Unità», 5 aprile 1957
Un messaggio di amicizia e solidarietà del governo polacco. Imminente ritorno di Lukács
János Kádár e gli altri dirigenti del governo e dello Stato hanno deposto stamane, insieme ai membri del corpo diplomatico, delle corone di fiori davanti al monumento ai caduti sovietici e all’altare del Milite Ignoto ungherese, nel dodicesimo anniversario della Liberazione. In serata il primo ministro ha offerto ai parlamentari un grande ricevimento. Ieri sera, l’anniversario del 4 aprile era stato celebrato all’Opera di Stato dal ministro György Marosán, il quale aveva rilevato che «i dodici anni di democrazia popolare hanno dato al popolo ungherese, malgrado tutti gli errori, molto di più di quanto sia stato dato da tutti i secoli precedenti».
Dopo aver ricordato le tappe segnate dalla riforma agraria e dalla industrializzazione del paese, Marosán ha reso noto che l’abolizione del sistema delle consegne obbligatorie, attuato dal governo Kádár, comporta per i contadini un maggior reddito annuo di quattro miliardi e mezzo di fiorini.
Marosán si è poi intrattenuto a lungo sugli avvenimenti di ottobre e di novembre, rilevando che «senza l’aiuto delle truppe sovietiche l’Ungheria sarebbe stata travolta dal terrore bianco e da una lunga e terribile guerra civile», ed ha confermato l’intenzione del Partito di democratizzare la vita del paese, inserendo praticamente il maggior numero possibile di lavoratori nella elaborazione della linea politica e nella direzione effettiva della vita del paese.
In occasione del 4 aprile, Budapest ha offerto un quadro di assoluta normalità. Le pattuglie di polizia che si potevano vedere sulle strade ancora alcune settimane fa, sono quasi completamente scomparse. Per tutta la giornata, favorita da un caldo quasi estivo, gli abitanti della capitale si sono concessi una «pasquetta» anticipata sulle rive del Danubio.
Fra i messaggi di auguri ricevuti dal governo Kádár, particolare menzione merita un telegramma del governo polacco, in cui si esprimono ai dirigenti dello Stato ungherese «le più cordiali congratulazioni e gli auguri di successo nell’edificazione del socialismo e nel rafforzamento della Repubblica popolare». È stato anche molto favorevolmente commentato a Budapest, l’odierno articolo di fondo dell’organo del Partito operaio polacco Trybuna Ludu, il quale afferma che la creazione, da parte di Kádár, di un governo rivoluzionario degli operai e dei contadini «ha rappresentato la sola giusta soluzione».
Vivo interesse ha suscitato la notizia, data ieri personalmente da Kádár, che il famoso filosofo e scrittore marxista Giorgio Lukács ritornerà probabilmente a Budapest.